DialogoNet del 25/03/2021

DIALOGHI NEL BUIO
Un giorno, la nostra professoressa di italiano, ci fece fare un incontro online con delle persone non vedenti, che ci raccontavano come era la loro vita.
Appena entrai nell’incontro “dialoghi nel buio”, mi resi subito conto che si trattava di una cosa seria (come già sapevo) e molto interessante.
Ad un certo punto, entrò nella lezione una signora di nome Elisabetta, che era non vedente.
Questa signora, ci spiegò come era la sua vita e ci fece capire, che se una persona non può vedere, non significa che non può essere felice, ma si riesce, tutto sommato, ad avere una vita normale e bella, ma bisogna saperla apprezzare.
Inoltre, Elisabetta, ci ha chiesto cosa crediamo che veda un non vedente. Molti risposero nero, altri invece dissero che un non vedente vedeva tutto bianco. Ma poi, Elisabetta ci ha chiesto: “provate a vedere dietro la vostra testa”. A questo punto, tutti ci siamo resi conto che una persona totalmente cieca, non vede nero e neanche bianco! Non vede nulla.
Ci sono rimasto di sasso.
Purtroppo, questo incontro, non abbiamo potuto farlo dal vivo, a causa del COVID19.
Elisabetta oltre ad averci raccontato varie cose, per esempio che ci sono non vedenti che vedono le ombre, altre invece come Elisabetta stessa che vedono qualche sfumatura, ad esempio i colori accesi come il rosso, ci ha spiegato la scrittura dei ciechi, il braille e ci ha raccontato come i suoi amici, gli mandano via posta i bigliettini scritti in braille.
Ci ha anche detto che c’è un’applicazione, sia per IPhone e sia per Android, che permette ad un non vedente, di usare il cellulare senza problemi. Questa applicazione ti permette di sentire tramite una voce quello che clicchi sullo schermo, inoltre, questa voce, ti dice anche che cosa fotografi, anche se non sempre funziona (accennato da Elisabetta).
Dopo aver parlato a lungo, Elisabetta ci fece fare un gioco, ovvero, descrivere un oggetto senza usare il senso della vista, ma usando il tatto, l’udito, l’olfatto e in caso anche il gusto. Dopodiché, Elisabetta ci ha fatto fare un altro gioco, siccome poteva sapere i nostri nomi e ciò che cliccava tramite una voce nelle cuffie, e dato che con l’aiuto delle prof riusciva a condividere lo schermo, ci condivise l’alfabeto braille e uno di noi doveva descrivere i puntini che vedeva e un altro doveva rispondere che lettera era secondo lui.
Fa capire al meglio quello che prova un non vedente e ciò che usa per semplificarsi la vita.
Ho capito che le persone non vedenti, con l’aiuto di alcuni strumenti, possono avere una vita normale come la nostra. Non ci avevo mai pensato. È stato pazzesco che Elisabetta sia riuscita a fare la presentazione e a farci emozionare così tanto senza vedere nulla.
Io, consiglio a tutti questo incontro!
È molto bello, interessante ed emozionante e fa capire, che bisogna apprezzare ciò che si ha e che non tutte le persone sono uguali a te e soprattutto fortunate come te.
Un'altra cosa emozionante nel sentire parlare Elisabetta è stata che era felice e questo mi ha fatto capire che nonostante le difficoltà bisogna essere felici delle cose che si hanno.
Dopo aver finito l’incontro mi sono reso conto di tutte le volte che mi lamento di qualcosa ed invece di lamentarmi dovrei fare come Elisabetta ed essere contento di quello che ho e soprattutto che devo ricordarmi sempre che sono molto fortunato.
Nonostante io abbia fatto l’incontro online, consiglio anche di andarlo a vedere dal vivo, perché sicuramente sarà ancora più emozionante e interessante.
Io lo farò sicuramente.
Inoltre, Elisabetta è molto simpatica e riesce a rendere un discorso molto interessante.
Perciò, consiglio a tutti questo incontro.
Grazie Elisabetta e alla nostra professoressa Sampietro che ci ha fatto fare questo incontro.
Ciao
Alessandro Galli
Classe 2 D


Il progetto “Dialogo nel buio” mi ha fatto scoprire tante cose interessanti. Quando per strada incontro un non vedente con il cane che lo accompagna, non sapevo che questo ha prezzi molto alti, quindi non tutti possono permetterselo. Mi è piaciuto anche quello che ha detto una signora, cioè che se a scuola dovesse arrivare un compagno non vedente, non dobbiamo trattarlo come un diverso, ma come uno di noi. Anche la scrittura Braille mi ha fatto capire che è un’invenzione molto importante, perché in questo modo tutte le persone cieche possono avere una vita normale. I non vedenti hanno l’olfatto e l’udito molto sviluppati e la loro memoria risiede in questi 2 sensi. Anche io a volte sento profumi e odori che mi fanno tornare in mente cose di quando ero piccola. Penso di avere imparato molte cose e se un giorno dovessi conoscere una compagna cieca, mi piacerebbe starle vicino e mangiare un gelato insieme per imparare da lei ad apprezzare la vista delle cose semplici.
Federica


DIALOGO NEL BUIO
Questo incontro mi ha fatto riflettere molto sulla vita dei non vedenti : come si spostano ,come mangiano ,come usano i congegni elettronici…
La presentatrice dell’incontro era una donna completamente cieca dalla nascita, poiché esistono persone che sono diventate ceche , e ci ha spiegato un po’ come si vive senza la vista che secondo lei non è il senso più importante appunto perché non si usa per fare qualsiasi cosa la vista ,infatti si dice che i ciechi , la mancanza della vista, la compensano con lo sviluppo dell’udito.
Esiste anche l’ipovedente che è una persona la quale vede molto poco e male.
Molti si domandano cosa vedono i ciechi: bianco, nero…semplicemente non vedono nulla, come se non avessero gli occhi.
Per aiutare un cieco bisogna essere spontanei e proporre il proprio aiuto.
Ci sono ciechi che, per aiutarsi, usano dei cani addestrati oppure dei bastoni.
Questo incontro, oltre a farmi riflettere ,mi ha interessato molto per la quantità di particolari che ha descritto la presentatrice.
Filippo

RIFLESSIONI SUL PROGETTO: DIALOGO AL BUIO
Il progetto è stato molto interessante perché ho compreso i problemi che una persona non vedente ha e di come li ha risolti. Mi ha stupito soprattutto come riesca a condurre una vita normale come tutti, senza però vedere le cose che la circondano.
Le attività che mi hanno più colpito sono: riuscire a scrivere sulla tastiera del computer semplicemente ricordando la posizione dei tasti o essere in grado di fare la spesa da sola, individuando con il tatto i prodotti da comprare.
Ciò che mi ha più impressionato è come sia riuscita ad affinare i suoi altri sensi in modo quasi perfetto e, secondo me, questa conseguenza delle cecità è l’aspetto positiva più grande! Oltre al fatto che essere ciechi stimola e sviluppa anche la memoria.
Gabriele Viganò


RIFLESSIONI DELL‘ INCONTRO “DIALOGO NEL BUIO”
Il 25 Marzo, insieme alla classe, abbiamo fatto un progetto chiamato “Dialogo Nel Buio”. La nostra prof ci aveva raccontato piú volte di questo incontro e di quanto ci teneva a farci partecipare e quindi ero molto entusiasta a sapere che cos’era. Purtroppo l’abbiamo fatto a didattica a distanza, visto che eravamo in zona rossa, quindi non potevamo assistere com’era veramente.
Abbiamo avuto una guida molto gentile, che si chiama Elisabetta ed era accompagnata dai suo assistenti. Elisabetta è una persona non vedente peró riesce un po’ a vedere macchie di colore, sagome e luci…
L’inizio dell’incontro è cominciato con lei che ci ha spiegato che il Dialogo Nel Buio è una mostra che insegna un altro modo di “vedere”. Il percorso è fatto totalmente senza luce e i visitatori devo affidarsi agli altri sensi, cioè il tatto, l’udito, l’olfatto e il gusto. La guida è una persona cieca e guiderà gli ospiti con la voce. Quando ce lo stava raccontando, mi ha fatto venire la voglia di andare in quel posto e fare una mia esperienza.
Poi dopo ci ha spiegato che ci sono diversi tipi di non vedenti, tra cui l’ipovedente che è una persona che vede poco e non si può piú aggiustare.
In seguito ci ha chiesto che se una persona non riesce a vedere, che cosa vede e abbiamo risposto con “nero”. Ma lei ci ha detto che non era vero, non vedono proprio NIENTE.
Successivamente ci ha racconta che c’è una differenza tra una persona che non ha mai visto e qualcuno che ha perso la vista. La persona che non ha mai visto, non hanno idea di come è fatto il mondo e quindi non possono immaginare in confronto a quelli che hanno perso la vista.
Dopodiché Elisabetta ci ha informato che i non vedenti sono più attenti, perché sono più allenati e hanno imparato di più ad usare gli altri sensi in confronto a noi, che usiamo la maggior parte delle volte, la vista.
Oltre a ciò, ci ha detto che a differenza della vista, l’udito non ha barriere e che possiamo usarlo a 360°.
Di seguito ci ha parlato di parole che dovremmo ricordare quando parliamo delle persone non vedenti. La prima è la SPONTANEITÀ, non dobbiamo avere paura di usare le parole alla persona cieca e di utilizzare le parole “vedere” e “guardare” con loro. Poi c’è il “PROPORRE L’AIUTO”, quando vogliamo aiutarli, è meglio sempre chiedere prima. Dopo c’è l’ “ATTENZIONE ALL’ESIGENZE”, dobbiamo sempre avvisarli se l’ambiente intorno a loro è cambiato. L’ultima parola invece è “INCLUDERE”, che è una cosa veramente molto importante, dobbiamo farli partecipare perché alla fine, sono anche loro delle persone.
Questo incontro, mi è piaciuto veramente molto. Mi ha insegnato tantissime cose. Mi ha fatto capire che quello che conta che siamo tutti uguali. Le persone non vedenti, fanno le nostre stesse cose, ma in un modo diverso.
Mikaela Datingaling
16/04/2021
Classe 2D


Io credo che il progetto “ dialogo al buio” sia uno dei più bei progetti alla quale avessi mai partecipato, perché tratta un argomento delicato facendoti interessare molto al programma e la parte più bella sono gli oggetti che ti mostrano, mi hanno incuriosito molto e sinceramente se ne avessi l’occasione, lo rifarei.
Miriam

Settimana scorsa abbiamo avuto un incontro a distanza con delle persone non vedenti chiamato “DIALOGO AL BUIO” è stata per me un’ esperienza davvero emozionante e istruttiva, mi ha coinvolto parecchio, e aiutato a comprendere questa condizione di vita, perché anch’io ho una cugina cieca, che purtroppo, al momento della nascita, per uno sbaglio dei medici nel tirarla fuori dal grembo di sua mamma, l’hanno presa in un modo sbagliato provocandole la cecità. Questo progetto ci insegnato molte cose che noi non sapevamo sui ciechi, per esempio come loro superano quello che noi è la quotidianità e per loro, molte volte, sono ostacoli da affrontare ogni giorno della loro vita. Io ho capito che vivere la vita come la loro è difficilissimo ma hanno una grandissima forza ma in particolare una positività, hanno fatto un enorme lavoro per aumentare la percezione degli altri sensi per colmare la mancanza della vista, oltre a cercare di capire la loro condizione di vita, mi sono divertito molto sono persone simpaticissime e disponibili. Per farci capire cosa loro provano e come cercano di rapportarsi con quello che li circonda, ci hanno fatto fare questo piccolo giochino, scegliere un oggetto e grazie al nostro tatto provare a descriverlo ai nostri compagni e a loro, esprimendo qualunque sensazione avessimo percepito per poterlo descrivere e far capire di quale oggetto si trattasse. Ho capito tanto e ci hanno fatto imparare molte cose utili su come è meravigliosa la vita, anche se più difficile, sia se si è nati ciechi o lo si è diventati nella vita, basta forza di volontà e positività nella vita si può riuscire a superare ogni difficoltà che ci si pone davanti.
Omar

Dialogo nel buio – Le mie considerazioni
Quest’anno la scuola ha organizzato un incontro con persone ipovedenti per avvicinarci e farci conoscere questa realtà. Purtroppo a causa della pandemia, l’incontro non è avvenuto in presenza, ma in Dad.
Abbiamo conosciuto due ragazze ed un ragazzo che ci hanno parlato della loro vita, delle loro abitudini e del loro modo di affrontare le piccole e le grandi questioni di tutti i giorni.
Questo confronto mi ha molto coinvolto ed interessato perché, in primo luogo mi ha permesso di conoscere una realtà a cui non avevo pensato con particolare attenzione prima e poi perché mi ha fatto superare una specie di “pregiudizio”. Ho infatti capito che non c’è differenza tra noi “vedenti” e le persone che invece hanno delle difficoltà nel vedere. Siamo tutti uguali abbiamo solo delle modalità differenti di affrontare la vita. Abbiamo strumenti diversi, ma il risultato a cui arriviamo è lo stesso per entrambi.
Devo, però riconoscere che queste persone hanno spesso molta più forza e coraggio di noi, perché ciò che a noi può sembrare una banalità a loro può costare uno sforzo decisamente maggiore. Ho capito che non si deve mai dare per scontato quello che abbiamo e che possiamo fare. Dobbiamo imparare ad usare le possibilità di cui disponiamo per avvicinare il nostro modo di vivere a quello di altre persone.
E’ sempre molto stimolante fare delle nuove esperienze e conoscere nuove realtà, perché credo che questo sia l’unico modo per conoscere ed accettare quello che non conosciamo e quindi per crescere.
Sergio

Riflessione sul progetto dialogo nel buio
Il progetto parlava di un argomento molto attraente infatti da ciò che i miei compagni mi hanno spiegato parlava di come aiutare i non vedenti e i diversi tipi di non vedenti. Secondo me ciò è molto utile perché non solo serve a capire ciò che provano le altre persone ma anche come vivono certe persone usando magari di più un altro senso.
Yassa Khella 14/04/2021

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